domenica 31 ottobre 2010

No sempre più forte all’inceneritore

Promettono battaglia le 14 associazioni del "No all'inceneritore" riunite nella federazione "Cittadini in rete". Più di 200 le persone riunite al Cva di Ponte Valleceppi all'incontro organizzato dalle associazioni - con circa 2000 iscritti totali - che contestano aspramente la ormai prossima costruzione di un inceneritore a recupero energetico nel Perugino. Dalla combustione dei rifiuti derivano polveri ultra fini responsabili di malattie tumorali e cardiovascolari, secondo studi riportati da Maurizio Vantaggi, medico ambientale dell'Isde. Per Emma Contarini, l'avvocato di Legambiente che ha trattato nell'annuale rapporto Ecomafie la parte relativa all'Umbria, sostanze tossiche da incenerire potrebbero arrivare in Umbria -
"già ora facilmente utilizzabile per il criminale giro bolla che consente ai rifiuti di passare da speciali pericolosi a semplicemente speciali, come lo sono quelli industriali che in Italia non hanno vincolo di territorialità."
Sostanzialmente la presenza di un termovalorizzatore vanifica - secondo gli intervenuti all'assemblea - un principio:
"più si differenzia e meglio è per tutti."
Principio invece divenuto legge a Capannori, come ha illustrato il suo assessore all'Ambiente, Alessio Ciacci. Dopo una prima fase di sperimentazione nel 2004, il porta a porta è stato messo a regime per tutta la città di 46mila abitanti che nel 2010 ha raccolto l'82% di differenziata.
"Nel 2004 per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati si spendevano 3 milioni di euro - racconta Ciacci - nel 2009 la spesa è dimezzata a un milione e mezzo e in più si sono creati 50 nuovi posti di lavoro."
Inoltre, la differenza tra Viareggio e Capannori sarebbe di 100 euro in meno in tariffa, a parità di condizioni.
"Come si può arrivare a rifiuti zero quando da 5, 6 anni la raccolta a Perugia è intorno al 30%?"
Ha chiesto Anna Rita Guarducci, presidente del circolo di Perugia di Legambiente
Isabella Rossi
Corriere dell'Umbria Domenica 31 Ottobre 2010

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