Nessuno si rende conto delle possibilità che Perugia offre e che in tempi di magra eccezionale potrebbero essere la carta vincente?
Nessuno pensa (o almeno è riuscito dopo sforzi, riunioni e parole al vento) che bellezza e cultura vanno di pari passo e devono essere a disposizione sempre e comunque, degli stessi cittadini e dei turisti? Tutto o molto serrato. Ci sono associazioni battagliere che vogliono far riscoprire il loro territorio, però l'esito è scarso. C'à Vivi il Borgo attiva a Porta SantAngelo, quella di Borgo Sant’Antonio, di Borgo Bello che difende le mille cose mirabili di Corso Cavour affiancata da Tempo Bono, l'Open Village di via dei Priori e tante altre, tutte con lo stesso fine. Aprire alla ricchezza del tempo. Si prenda ad esempio la strada che precipita da via Bonazzi fino alla Cupa.
Sì, proprio la Cesare Caporali. C'è un pozzo etrusco in miniatura, in scala ridotta rispetto al Sorbello di piazza Piccinino inglobato in una costruzione e invisibile. Ci si affretta a dire che è una cisterna. Non è vero, e pochissimi l'hanno visto. Proprietà privata? Ma almeno una targa che lo indichi ci vorrebbe o no? E scendendo chi sa che nella chiesa di San Michele Arcangelo (chiusa, chiusissima) c'è il sepolcro di Annibale Mariotti? Chi era? Uno dei grandi eruditi del `700. Non d'Italia, d'Europa.
E le mura etrusche su cui esiste un progetto di anni e che l'Unesco vuole siglare come patrimonio dell'umanità? Tutto tace. Questo in 200 metri. Riaprire, far conoscere, valorizzare l'eredità ricchissima: l'ultimo sabato del mese magari, in concomitanza del mercatino di piazza Italia tanto contestato quanto gradito e affollato. Forse si parlano due lingue diverse.
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