Conviene non farsi illudere dai facili trionfalismi di queste ore: sono quasi dieci anni, infatti, che si parla della trasformazione della E45 m autostrada, e ogni volta che si fa un salto in avanti le campane suonano a festa. In verità i progressi del progetto sono lenti, se non lentissimi: è un gigante di 396 chilometri con i piedi di argilla che si muove con fatica indicibile e che in dieci anni ha fatto pochi, piccoli passi. E qualche volta persino all'indietro.
Basti ricordare che era il novembre 2004 quando l'allora ministro per le Infrastrutture Pietro Lunardi, firmò il patto con le sei Regioni coinvolte per dare il via libera al progetto.
Cinque mesi dopo (il 27 marzo 2005) toccò all'Anas dire sì alla realizzazione preliminare della Orte-Mestre, la “Nuova Romea”.
E già allora si sosteneva che nel giro di qualche settimana il faldone sarebbe finito in mano al Cipe per l'approvazione.
In verità, come si vede, da quel giorno sono passati otto lunghi anni e tante altre tappe intermedie con annunci altrettanto trionfali. Cosa é accaduto ieri? Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha approvato il progetto preliminare e la proposta del promotore (privato) per l'adeguamento e ammodernamento della E45: circa dieci miliardi di euro di project financing per 396 chilometri di strada che interesserà 11 province e 48 comuni.
Ad annunciarlo, il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, al termine del Consiglio dei ministri. Un’infrastruttura che per più di un terzo riguarda anche l'Umbria (circa 150 chilometri). E il ministro non esita ad affermare che non si tratta di un'opera di routine ma di un asse viario fondamentale del nostro Paese.
Tutti gli enti locali hanno dato parere favorevole, c'è già la valutazione d'impatto ambientale e tutto sarà finanziato in project financing.
Il Nodo principale è che a questo punto è anche se Ministero e Regione non lo dicono è la E45 diventerà autostrada a pagamento, questo è poco ma sicuro. Non ci saranno i caselli, è vero, ma il denaro bisognerà tirarlo fuori lo stesso anche se si farà di tutto per evitare che i residenti in Umbria versino l'obolo ad ogni immissione lungo la quattro corsie. In quei dieci miliardi c'è anche il primo pezzo del Nodo di Perugia, quello che va da Collestrada a Madonna del Piano. Anche qui ci sarà da capire quale progetto andrà avanti visto il dibattito infuocato che si accese anni fa sul sovrapasso di Collestrada, lo sfondamento di un pezzo di collina e chi più ne ha più ne metta.
I 150 chilometri umbri in origine erano divisi in cinque tronchi funzionali: l'interconnessione con la A1, la Orte-Terni, il tratto Terni-Perugia, il Nodo appunto e il tragitto tra il capoluogo e Ravenna. L'opera, garantiscono da Roma, sarà finanziata da capitali privati e il contributo dello Stato non sarà diretto ma attraverso misure di defiscalizzazione. Lupi ha spiegato che il costo sarà di 9,8 miliardi (sette di investimenti e due di oneri finanziari). Quanto ai tempi, tutti professano ottimismo: dopo il via libera del Cipe si aspetterà il parere della Corte dei Conti prima di fare un bando internazionale pubblico entro l'aprile 2014.
“Serviranno sei mesi per l'assegnazione è ha concluso Lupi è e nel primo trimestre del 2015 dovrà essere posta la prima pietra per l'inizio dell'opera”. I lavori dureranno sei anni. Nel 2021 ci sarà è forse è l'autostrada. Ma solo per progettarla ci sono voluti “otto anni otto”.
Michele Nucci
La Nazione Lunedì 11 Novembre 2013
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