Margherita è appena tornata da un viaggio in Cina con soggiorno ad Hong Kong, oggi regione amministrativa a regime speciale e noto paradiso fiscale del commercio internazionale. Nel suo lavoro ha sempre saputo guardare oltre l'orizzonte ed oggi è arrivata lontano con la propria volontà, intuizione e capacità, non ci sono borsini e quote rosa nel mercato globale. Abituale ricettore dei suoi racconti di viaggio subisco una libera interpretazione de "Il Milione" ma mi accorgo subito che più della via della seta Margherita ha seguito la via del cachemire.
Una via che l'ha portata a visitare gli show room di Cucinelli ad Hong Kong, descritti con un’ammirazione composita che non disgiunge l'uomo, dall'imprenditore e dallo stilista di grande successo internazionale. L'eccellenza del made in Italy, del fatto in Corciano, che risplende nelle sue lavorazioni con colori a contrasto, che viene ammirata e soprattutto acquistata con incrementi di vendita a doppia cifra in Europa e nel resto del mondo. Impermeabile alla crisi per la sua capacità di innovazione, produzione, distribuzione, strategie finanziarie e di comunicazione, Cucinelli ha negozi monomarca a Parigi, Londra, Madrid, New York, Tokio, Città del Messico ed in molte altre grandi città, località esclusive e capitali del mondo.
E allora Margherita che pure sa bene che cosa siano un piano operativo e l'analisi socioeconomica dei dati di mercato si è chiesta: perché non a Perugia? Perugia non è un capitale e certamente oggi non lo è del lusso, ma al di là di qualsiasi altra lucida considerazione mi sovviene il ricordo di uno sceicco arabo che in visita alla città, con ammirazione mi ha detto:
"Perugia è così bella che solo per entrare bisognerebbe pagare il biglietto!."
Era lo sceicco del Kuwait, Salman Al Sabah, uno che di lusso autentico se ne intende. Perugia capitale del cachemire non sarebbe una affermazione del segmento del lusso, o meglio del luxury come si definisce nel settore, ma dell'etica del lavoro, del valore della creatività, della capacità di innovazione di cui proprio Cucinelli è il campione. Perugia contenitore antico e moderno di un progetto di formazione umana e professionale che potrebbe andare oltre la vendita e l'idea, rimasta tale, di un distretto del cachemire, perché la vicinanza a maestranze ed ai luoghi di produzione potrebbe renderla perfettamente funzionale all'esigenza di perpetrare il valore delle sue esclusive capacità artigianali e delle sue lavorazioni.
Con Margherita abbiamo terminato la nostra passeggiata nel centro storico dominato dalla nuova cartellonistica urbana: "cedesi attività", "affittasi" e "chiuso", entrambi pensiamo che l'invito a reagire debba partire dalla cosiddetta società civile, che non servano proclami delle istituzioni ma idee, risorse, capacità imprenditoriali e valori condivisi: Cucinelli, anzi il dottor Brunello Cucinelli, le ha tutte ed anche una in più, mi confida un suo caro amico che sa ascoltare.
ivo.fucelli@libero.it
Corriere dell'Umbria Sabato 5 Gennaio 2013
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