La quarantesima edizione di Umbria Jazz Festival va in scena a Perugia da domani al 14 luglio. In programma 250 appuntamenti, con oltre 500 artisti.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Umbria Jazz era la manifestazione più odiata dai perugini che ogni mattina si trovavano a scavalcare la tribù dei saccopelisti che bivaccavano nel salotto buono della città: Corso Vannucci. Oggi è il fiore all'occhiello non solo di Perugia e dell'Umbria (non a caso il maggior sostenitore della manifestazione è la Regione che è anche proprietaria del marchio), ma dell'Italia che a giugno l'ha voluta portare a New York come esempio dell'eccellenza della cultura nazionale.
Il Festival insomma, dopo lo shock della sospensione della seconda metà degli anni '70, è risorto dalle sue ceneri, ha cambiato pelle e ha saputo non solo resistere ma crescere fino a diversificare l'offerta, senza mai perdere però la sua connotazione di manifestazione che alterna ai grandi concerti a pagamento dell'Arena e dei teatri anche quelli gratuiti delle piazze del centro storico.
Domani si apre l'edizione del quarantennale con un nome di grande richiamo, quello di Diana Krall. E fino al 15 luglio sarà tutto un alternarsi di grandi musicisti e proposte d'autore che fanno già registrare un discreto e rassicurante aumento nelle prevendite (più 15 per cento), nonostante il forzato "forfait" del mitico Sonny Rollins, fermato da una infezione ai polmoni.
Il direttore artistico Carlo Pagnotta manifestando il suo dispiacere per l'unico "neo" di un cartellone che ha curato con scrupolo particolare. “In ogni caso, partendo dal presupposto che Saxophone Colossus è insostituibile, abbiamo pensato di puntare su Jan Garbarek, artista di indiscusso livello”.
Avrebbe scommesso dopo il '77, anno dell'interruzione, di arrivare a questo traguardo? “No, chi se l'aspettava? Da appassionati siamo diventati addetti ai lavori. Però vuol dire che qualcosa ha funzionato. E così eccoci qui con un'edizione ricca di offerte importanti”.
Il cartellone? “Per le 40 candeline siamo tornati a un programma quasi tutto jazz in omaggio all'originaria vocazione e con pochissime fuoriuscite dal solco dell'ortodossia. I punti forti? Chick Corea-Herbie Hancock in esclusiva mondiale, i due pianisti hanno suonato insieme dal vivo tre volte negli ultimi 35 anni, il ritorno di Keith Jarrett dopo la burrascosa esibizione del 2007, ma basta polemiche - dice - lasciamo parlare la musica. Diana Krall che inaugura domani il festival e poi Stefano Bollani in versione classica con l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia. E ancora l'orchestra del Lincoln Center con Wynton Marsalis e due ospiti come Gregory Porter e Cecile McLorin Salvant, l'astro nascente della vocalità jazz, Dee Dee Bridgewater con Ramsey Lewis. “
Sconfinamenti? “Sono pochi. La serata soul con John Legend, quella brasiliana con Gilberto Gil e Gal Costa e quella italiana con Mario Biondi e Pino Daniele”.
Per i suoi primi quarant'anni Umbria Jazz apre anche alla solidarietà: domani alle 18 infatti allo stadio Curi si svolgerà una partita di calcio tra la nazionale cantanti e la neo-costituita nazionale dei jazzisti: il ricavato andrà al reparto di oncologia dell'ospedale perugino. La formula del festival prevede come al solito anche musica nei teatri e nelle piazze, dove vanno in scena generi più 'easy'. Immancabile la marching band dei Funk-off. In piazza IV Novembre tornerà anche Di Ralf con un di set in cui saranno coinvolti anche musicisti dal vivo.
Informazioni: www.umbriajazz.com
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